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"Ci sono un parkinsoniano, un alano ed un educatore cinofilo..."

"Questo è un matto!" Non riuscivo a pensare a nient'altro dopo aver fatto la valutazione di Nema, cucciolo di alano arlecchino di 4 mesi, e del suo padrone, Daniele. La mia valutazione però non riguardava il cane ma Daniele: affetto da morbo di Parkinson.


Personalmente ritengo molto improbabile che una persona sia in grado di prendersi cura di un cane che per caratteristiche di razza si scontra fortemente con le sue: umani troppo statici per età, predisposizione, malattia e/o prestanza fisica, con cani incompatibili perché troppo dinamici, troppo impegnativi dal punto di vista della motivazione di razza, delle dimensioni o per l'età (cani da guardia, pastori, caccia etc). Quando mi trovo davanti ad una relazione potenzialmente critica segnalo questa incompatibilità a chi si rivolge a me ed accetto di lavorare con il binomio a patto che in famiglia ci possa essere qualcun'altro a dare un valido e costante supporto nel processo di educazione e gestione familiare.


...poi sono arrivati Daniele e Nema... (e, per fortuna, anche Michela) e ci ho messo un mese e mezzo per decidere se volevo, ero in grado di aiutarli e se avevo abbastanza competenze per farlo perché non è solo una questione di comandi ma di capacità nel capire quanto puoi fare per aiutare sia il proprietario che il suo cane nella loro relazione.

Dopo questa mia lunga riflessione, nel maggio 2019 Daniele e Nema hanno intrapreso il corso cuccioli strutturato, come per tutti i partecipanti, in lezioni individuali e di gruppo, in cui si è formata un'ottima intesa tra i partecipanti facendola divenire un'esperienza valida e costruttiva.


Il corso cuccioli: Martina, Alessio ed Argo, io, Daniele e Nema, Elena e Dante; Chiara e Spit; Matteo, Nicole ed Oliver (nella foto non sono presenti Ivan ed Egon, Stefano ed Aika)


Nema (5 mesi) e Daniele

Consapevoli dell'impegno preso nei confronti di Nema, Daniele e la sua compagna Michela hanno continuato a frequentare il campo anche dopo il termine del corso per mettere delle solidissime fondamenta nella relazione di un cucciolo che a 5 mesi pesava già oltre i 40kg e che convive con una persona affetta da una malattia neuro degenerativa.


Daniele ha 60 anni ed ha il morbo di Parkinson da 20, è un record che sia vivo ma la cosa più incredibile è che non sia ancora su una sedia a rotelle. La malattia nel suo caso si manifesta, tra l'altro, non con i tipici tremori ma con una forte discinesia in particolare degli arti inferiori: in pratica le gambe cominciano a muoversi come se fosse una marionetta, improvvisamente cade a terra o sopra oggetti e spesso si ferisce.


Durante una lezione Daniele mi racconta (anche nel parlare ha serie difficoltà) che lui si blocca quando ci sono degli ostacoli, fisici o ideali, ed i suoi movimenti per cominciare a camminare sono ripetitivi, come un nastro bloccato in un loop continuo.

Penso (lo faccio sempre troppo) e cerco qualcosa tra le mie capacità cinofile che li possa aiutare: che sia un ostacolo ma che non blocchi, che li coinvolga e non li frustri... la rally obedience avrebbe potuto fare al caso nostro!



Si tratta di disciplina cinofila sportiva che consiste in un percorso delimitato da dei cartelli (ostacoli ideali) che richiedono a cane e conduttore l'esecuzione di comandi come seduto, gira intorno, vai avanti e fai un passo e così via... in pratica per Daniele e Nema come fare una gara di Iron man.


Ci capita spesso di commuoverci quando i media ci propongono dei "campioni" portatori di handicap,li ammiriamo compiere delle imprese sovra umane al di là dei limiti dei normodotati; però vi assicuro che quando ti trovi al fianco di una persona che muove il suo corpo, che tu consideri un involucro incatenante, con la sola forza della volontà, contro ogni previsione, ogni limite temporale e fisico imposto dalla sua condizione, ti senti come se ti tirassero un gancio sullo stomaco: ti manca il respiro e ti sale un groppo alla gola che per professionalità devi mandare giù.

Così abbiamo cominciato a praticare la rally e quando Daniele si impegnava in un percorso i suoi movimenti diventavano più fluidi e l'affiatamento con Nema sempre più stretto.

<Attenzione! Questo iniziativa non può essere considerata "pet therapy" (IAA più correttamente) e la sua finalità non è stata di guarire Daniele, di Parkinson non si guarisce, ma di fare emergere uno stato di benessere emotivo e fisico attraverso la relazione con il suo cane. >



Due mesi dopo, sicura che avrei trovato terreno fertile, ho chiesto a Daniele se gli andasse di partecipare ad una gara di rally obedience. Sarebbe stato molto meglio prepararsi di più, allenarsi di più, aspettare che Nema diventasse adulto, sarebbe stato meglio... ma la malattia è una clessidra composta di granelli che una volta scesi non possono tornare al loro posto, il tempo che avevamo era il presente e su quello avremmo giocato.

Ho contattato Alessandra nel cui campo il 6 di ottobre si sarebbe svolta una gara e Marco chiedendogli di fare il giudice perché ci volevano un posto speciale e delle persone speciali a giudicare Daniele e Nema, non un binomio qualunque ma le loro vite, le loro relazione.

Domenica 6 ottobre sono scesi in campo per la categoria "Special" Daniele e Nema...io stavo dietro per tenere appena il guinzaglio, forse avevo paura che nella sua adolescenza dei 9 mesi se ne volasse via o, più probabilmente, per non perdermi in prima fila uno tra gli spettacoli più incredibili della mia vita: lo svolgersi dell'amore di un uomo per il suo cane e viceversa contro ogni giudizio e previsione.



Adesso che finalmente dopo 2 settimane trovo il tempo e le parole per scrivere ne approfitto per dire a Daniele che la lezione che ho imparato da lui non me la dimenticherò mai: un sacco di volte ho pensato che avrei dovuto mollare, che forse non avevo le competenze per sostenere ciò che si stava creando e che, innanzitutto, questa tragedia di malattia non era giusta, non ad una persona così con questa forza di volontà. Non mi è costato fatica stare con Daniele, Michela e Nema e non ho mai, un solo istante, provato pena per loro, ero arrabbiata per l'ingiustizia del loro destino perché io cerco sempre di trovare un senso superiore agli avvenimenti della vita ma questa volta proprio non me lo spiegavo.


Dopo tanti anni di assenza sono tornata su un campo di gara, portando un campione che aveva già vinto ad insegnarmi qual'è lo spirito dello sport e ad avere una conferma che la strada che inseguo con tutta me stessa è quella giusta.


Ringraziamenti:

Alessandra Morandin: centro cinofilo "All'ombra dell'arcobaleno"

Marco Trovò: giudice rally obedience Fisc

Marco Chiaro: responsabile rally obedience Fisc

Daniele Fagherazzi: un matto

Nema: una farfalla di 50kg

Michela De Spirt: la grande donna dietro il grande uomo




P.s. per Daniele: Io non piango facilmente e non abbraccio mai nessuno e sei pure riuscito a farmi fare tutte e due in un colpo solo ed averne pure la prova fotografica




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